Una casa tanto carina (in Via dei Matti, numero zero)

Quando avrò casa mia, lei sarà delle radici nuove e tutte mie. Non condivise.
Le dovrò ai miei genitori, ma gli si deve sempre la vita comunque, quindi andrà bene così (specie di meta-cordone ombelicale per quasi-tagliare quello originale).

Quando avrò casa mia ci saranno le lucine ovunque (quelle che in inglese chiamano meravigliosamente fairylights). Ci saranno candele e poi lampade belle e le mie piante (due per ora ma poi saranno di più).
Avrò una poltrona gialla di cui nessuno si potrà lamentare, le pareti saranno bianche con qualche tipo di colore, sarà tutto pulito e profumerà di nuovo e forse di lavanda e di vaniglia un po’.
Sarà luminosa ma mai accecante e ci entrerà solo chi voglio io.
Sarà proprio così.

Come quella della canzone che mi cantava mia mamma da bambina, quando ero ancora piccola piccola Sarina.
Una casa che non c’è (ancora) ma che presto, lo so, ci sarà.

...?